I limiti si convertono in una esperienza magnifica

di Pierarturo Rufo, Treviso finisher 2017

“Bicicletta carica e si va … venerdì 31 Marzo ore 9.00, Francesca ed Erwin, gli organizzatori, danno il via. Da Civitavecchia siamo in oltre settanta a tracciare la scia di partenza; e a pensare che allo start del sabato se ne aggiungeranno altri centodieci. Io parto alleggerito della tenda ma ho “bivy bag”, sacco a pelo e materassino ultra light per poter dormire in aperta campagna. Subito faccio conoscenza con Davide e Mauro che saranno i miei compagni di viaggio per tutti i 325 km. Nel percorso che abbraccia Civitavecchia incontriamo prima le accoglienti campagne di Monte Romano, oltrepassando il fiume Marta e, dopo 80 km, arriviamo a Tuscania (prima tappa) con lo stomaco che brontola. Così un’ottima carbonara e una birra fresca ci fornisce l’energia ideale per pedalare un intero pomeriggio. Ecco che all’orizzonte si scorge l’incantevole Lago di Bolsena, intorno al quale lasciamo scorrere le due ruote e, poi, si continua lungo saliscendi, alternando le pedalate a brevi scatti fotografici. Dopo la cena a base di tartufo a Bagnoregio raggiungiamo Celleno verso mezzanotte, con il “Garmin” che segna 157 km, per goderci lo spettacolo di dormire sotto le stelle.
Di primo mattino una ricca colazione ci prepara per un’altra lunga pedalata. 
Considerate le condizioni meteo sfavorevoli per la domenica, non ci fermiamo e divoriamo più chilometri che cibo. Attraversiamo Vitorchiano, Ronciglione, Capranica, Sutri, Trevignano e il Lago di Bracciano. Pizzette, panini e insalate sostituiscono pranzo e cena, fin quando anche l’acqua scarseggia e, nel buio ormai inoltrato, l’ultimo “waypoint” con una fontana diventa un miraggio. Tuttavia, la voglia di non mollare e completare il tragitto alimenta le nostre bici. In tarda notte taglio il traguardo di Civitavecchia, tra felicità e soddisfazione mista a consapevolezza e nostalgia di aver concluso un itinerario pazzesco. Strano ma vero come la stanchezza e la voglia di un piatto caldo, pedalando a rilento e spingendo a piedi la bicicletta nelle salite più ardue, si convertono in un’esperienza magnifica.

(inviato da Pierarturo Rufo, partecipante del Trail dei Laghi Laziali)